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di Mickey & Fabio Furlanetto

Il cuore di un guerriero

 

Al confine tra il Nidavellir e lo Svartalfaheim
Ad uno spettatore che ha vissuto nei Nove Mondi per millenni la scena risulterebbe estremamente familiare: tre guerrieri circondati da un’orda di troll.

Ed infatti ad osservare la battaglia è Thor, figlio di Odino e Dio del Tuono. La sensazione di dejà vu è impossibile da ignorare. Ha imparato il termine su Midgard, ma conosce il concetto da prima che i mortali inventassero la scrittura.

I Tre Guerrieri... Hogun, Fandral e Volstagg... hanno vissuto più battaglie di quanto i troll possano ricordare. Non che ci voglia molto, data l’intelligenza media di un troll, anche se hanno quantomeno capito che è meglio stare alla larga da Thor e di concentrare le proprie forze contro i suoi alleati.

La strategia dei troll è molto semplice: se cento troll non bastano, ne inviano mille. Se mille non bastano, ne inviano diecimila. Gli asgardiani hanno risposto con una versione molto più semplice: se i Tre Guerrieri non bastano, inviano Thor.
Non è mai servito più di un Thor.

-Basta così – sentenzia il Dio del Tuono, battendo a terra il mistico martello Mjolnir. Il frastuono della terra che si apre per inghiottire centinaia di troll supera persino il possente tuono evocato.

-Avresti potuto lasciarne alcuni per noi – si lamenta Fandral.

-Giusto, come faranno questi zotici a ricordarsi delle nostre gesta? – gli fa eco Volstagg, seduto sopra un gruppo di troll che invocano pietà.

-Chiedo perdono, amici miei, ma urgenti questioni richiedono la mia attenzione su Midgard – risponde bruscamente Thor, iniziando a roteare il proprio martello.

Fandral e Volstagg si lanciano un’occhiata disappunto.

-Hm – è tutto quello che Hogun si dilunga a dire.

-Qualcosa non va? – domanda Thor, fermando il martello.

-Niente, è solo che... passi sempre più tempo su Midgard – si decide a dire Fandral.

-Non abbiamo forse combattuto fianco a fianco contro l’immonda alleanza di Surtur e Dormammu?

-Asgard può offrire più di gloriose battaglia, Thor. Da quanto tempo non godi assieme a noi dei piaceri di un lauto banchetto? – chiede Volstagg.

-O della compagnia femminile – aggiunge Fandral.

-Molto – annuisce Hogun.

-C’è tempo per queste cose – taglia corto Thor, alzandosi in volo e svanendo al di là del cielo.

Ai Tre Guerrieri non resta altro che un campo di battaglia senza nemici. Volstagg si alza in piedi con fatica, rivolgendosi ad Hogun:

-Avrei potuto convincerlo a unirsi a noi se tu mi avessi lasciato parlare.

 

New York City, tra circa quindici anni

Thor conosce questa città meglio di molti dei Nove Mondi. Vola tra i suoi grattacieli riflettendo su quanto poco sia cambiata New York rispetto alla prima volta in cui i suoi abitanti hanno alzato gli occhi al cielo indicando il dio che li protegge.

“E’ stato piacevole incontrare nuovamente i Tre Guerrieri. Ho nostalgia della loro compagnia” riflette il dio. Una voce nella sua mente risponde:

“Non pensare neanche di invitarli. Ricordi il disastro che hanno combinato l’ultima volta?”

“Rammento che hanno salvato la città dal Distruttore” – replica Thor.

“Sì, dopo aver demolito metà quartiere! Ammetto che sono simpatici...soprattutto Fandral...ma gli asgardiani andrebbero presi a piccole dosi”

“Anche i mortali” è l’ultimo pensiero di Thor quando atterra sul tetto di una comune palazzina.

“Ha ha, veramente divertente. Lascia l’umorismo a Spider-Girl e datti una mossa, è il mio turno”.

Un’ultima occhiata per essere sicuro di non essere osservato da nessuno, e Thor si inginocchia per battere a terra il possente Mjolnir.

Un fortissimo lampo di luce divina avvolge il corpo di Thor. Quando scompare, a rialzarsi in piedi non è un dio nordico dai lunghi capelli biondi ma una donna di colore dai capelli ricci.

“Questa forma è tua fino a quando Midgard non avrà bisogno di me, Larissa Lewis”

-Bene. Vediamo se riesco a restare in questa dimensione per un giorno intero – commenta la donna con chiaro accento britannico.

 

-Oh, quale onore incontrare la signorina Lewis!- esclama il padrone di casa della donna, nella tromba delle scale di una palazzina dall'ascensore perennemente guasto -Guarda caso non la trovo mai, ma stavolta non mi sfugge!
-Signor Miles, mi dia il tempo di mettere qualcosa sotto i denti e sono da lei per saldare l'affitto, non si preoccupi - cerca lei di rassicurarlo e liberarsene allo stesso tempo. La liquidità non è tra i suoi maggiori punti di forza, ma prima che Thor irrompesse nella sua vita, era puntuale nelle scadenze.

Non solo per le sue bollette, ma anche per il suo lavoro. Da richiestissima ghost writer qual è, si sta occupando della millantata autobiografia di un candidato sindaco. Peccato che manchino quattro giorni alla consegna e che stia ancora lavorando ai tempi in cui era quarterback nella squadra del liceo.
Aveva una coinquilina, una volta, ma gestire la sua doppia vita era diventato incompatibile con qualsiasi convivenza - e qualsiasi relazione degna di questo nome, aggiungerebbe. L'unico lato positivo è che ha più silenzio e concentrazione per scrivere serenamente.
Il più delle volte.

Il suono di un gatto che soffia attira la sua attenzione.

-Cosa c’è, Cheshire? – chiede Larissa, prima di notare l’ombra che si muove nella cucina.

“Fai attenzione, milady. Questa città è ricca di malfattori” la avverte Thor nella sua testa.

“E chissà perché prima di incontrarti non ne avevo mai visto uno” risponde Larissa, estraendo una pistola dalla borsetta. Non è esattamente fiera di averla con sé, ma dopo essere stati rapiti da Gargoyle e Zarrko si inizia a prendere qualche precauzione.

-Non muoverti – ordina Larissa; prima ancora che possa finire la frase, una lama ha tagliato a metà la sua arma. Un istante dopo, si ritrova sollevata da terra con una mano stretta sul collo.

-Come osi attaccare la Figlia del Tuono!? – protesta la ragazza che la sta trattenendo.

Certo “ragazza” è un po’ riduttivo: Thrud sembra poco più di un’adolescente, ma con il suo metro e novanta di altezza ed il fisico atletico non avrebbe problemi ad immobilizzare Larissa anche se fosse solo una semplice mortale.

-Come dicevo...piccole dosi – riesce a dire Larissa, agitandosi fino a battere il pugno destro contro il muro della cucina. Ne scaturisce un lampo così possente da accecare per un istante persino Thrud.

Quando riapre gli occhi non c’è più la mortale dalla pelle scura di fronte a lei, ma il Dio del Tuono a guardarla dall’alto al basso con sguardo di disapprovazione.

-Padre. Perdona questa intrusione nella dimora della tua servitrice – si scusa Thrud, inchinandosi.

“La tua cosa!?” protesta la voce di Larissa.

"Non ora, Larissa", la zittisce il Dio del Tuono nella sua testa, per poi rivolgersi alla sua unica figlia femmina nota:
-Figlia, che cosa ti porta qui e ti distrae dal tuo addestramento?
-Non sarei scesa in questo mondo se mio padre non fosse sempre così lontano dalla casa degli Aesir.
-Quando si tratta di partire alla ventura, non ti fai remore a volare per tutti i Nove Mondi. Che cosa è accaduto per cui non potesse esserti d'ausilio tua madre, come si conviene tra donne di famiglia?
-Comandare le Valchirie è una missione a tempo pieno.
-Servire idromele agli Einherjar deve essere un compito assai grave- borbotta Thor.
-Padre! Questa nota irriverente può significare solo una cosa: che sei ancora geloso di Sif.
"Odio darle ragione, ma ho avuto la stessa impressione" rompe il silenzio la scrittrice nella sua testa.
-Giammai. Sono passati anni da quando io e tua madre non siamo più marito e moglie, è bene che tu te ne faccia una ragione.
-Anni di Midgard, forse; battiti di ciglia, per immortali déi come noi. Stai facendo tuoi i costumi dei tuoi mortali. Soprattutto da quando sei legato alla tua servitrice.
"Ci risiamo" si lamenta Larissa.
-Sai che non sarei legato a questa condizione se quella donna non si fosse dimostrata un'eroina degna del Valhalla- riprende sua figlia, con il tono aulico di chi non può essere contraddetto.
"Oh, grazie. Finalmente mi difendi."
-Certo, certo, non sindaco. Anzi, sono venuta proprio per questo. Mio padre è un eroe di Midgard, per questo sono curiosa di scoprire di più di questo mondo.
-Davvero?- inarca un sopracciglio il figlio di Odino, che finora aveva compreso l'esatto contrario dai discorsi di Thrud. -Non hai già esperienza al riguardo?

-Saranno passati anni dall'ultima volta![i]
-Battiti di ciglia, vorrai dire.
-Oh, insomma... Voglio chiederti il permesso di trasferirmi qui a Nuova York con te.
"E' un incubo a occhi aperti, vero?"
-Negherei me stesso se negassi una tale opportunità al sangue del mio sangue.
Thrud accorre ad abbracciare suo padre, che non respinge né ricambia quella dimostrazione d'affetto... pur essendo rallegrato dalla possibilità di passare un po’ di tempo con la figlia.
"Se il signor Miles scopre che subaffitto la casa a qualcuno a sua insaputa mi ammazza. E se non ricordo male il patto che ci lega, tu mi segui a ruota nel Nif....Niffol...oh, insomma, all'inferno"
-Niffelheim-la corregge Thor ad alta voce, con un sorriso tirato.

 

Central Park

Non capita tutti i giorni di vedere due déi passeggiare assieme al parco, nemmeno in questa città.

Nonostante Thor sia una figura pubblica da decenni, i mortali sono sufficientemente timorosi da non avvicinarsi per importunarlo.

-Un giardino incantato nel mezzo di una città di vetro e pietra. Midgard è davvero strana – commenta Thrud.

-Unica fra i Nove Mondi, ma talvolta opprimente. Torno spesso a questa isola idilliaca per rinfrancare il mio animo.

“Più che altro per combattere l’ultima minaccia di turno; chissà perché metà degli invasori alieni atterrano qui, forse scambiano Central Park per un parcheggio” – pensa Larissa.

“Gradirei un po’ di tempo da solo con mia figlia” – risponde mentalmente Thor.

“Ed io gradirei non condividere il mio tempo libero con un asgardiano, ma che ci vuoi fare”

“Dobbiamo proprio parlarne adesso?”

-Stai parlando con la mortale, vero? – chiede Thrud.

-E’ così evidente?

-La vene sulla tua fronte parlano da sole. Come passi il tuo tempo su questo mondo, padre?

-Difendendolo dalle minacce che costantemente mettono in pericolo la vita dei mortali.

“E sbronzandoti con Ercole alla prima occasione utile”

-E quando Midgard non è in pericolo?

Il grido di terrore di una donna, immediatamente seguito da un ruggito possente, costringe a Thor a sospirare prima di rispondere.

-Invero, devo ancora sperimentare questa evenienza.

 

L’essere dalla pelle grigia e le ampie ali si chiama Dragon Man, ma questo il mostro non lo sa. Poco più di un animale, si è recato in un luogo tranquillo ed ha cercato di avvicinarsi alle prime persone che ha trovato solo per avere un po’ di compagnia. Le persone si allontanano urlando da questo essere rettiliforme alto tre metri, per motivi che Dragon Man non può capire.

-Non sapevo ci fossero draghi su Midgard – commenta Thrud estraendo la spada, ed il sorriso sul suo volto indica che si tratta di una sorpresa molto piacevole.

-Rinfodera l’arma, figlia mia. Conosco quest’essere, è un essere smarrito e non una bestia feroce.

Dragon Man annusa l’aria, riconoscendo l’odore di un nemico. Ma il suo interesse per Thor è rapidamente superato da quello per la femmina al suo fianco. Dragon Man si avvicina come un cane affettuoso che vuole fare amicizia, ma prima che possa fare nulla Thrud scaglia il primo fendente.

-Stammi alla larga, bestia immonda!

Il taglio sul braccio di Dragon Man non è profondo; l’androide animato magicamente non ha nemmeno una goccia di sangue da versare, ma la sua rabbia è genuina. Fa un profondo respiro gonfiando il suo già enorme petto, e sputa una potente fiammata che Thrud devia con la spada; il risultato è un piccolo incendio che si estende rapidamente sul prato.

“Gran bella strategia” – ironizza Larissa.

-L’irruenza della gioventù – minimizza Thor, chinandosi per battere rapidamente due volte il martello sul terreno. Preceduta da un potentissimo tuono, una pioggia torrenziale doma rapidamente l’incendio. Dragon Man sembra confuso dall’evento, mentre Thrud è perfettamente a proprio agio: si scaglia contro il mostro, facendogli perdere l’equilibrio e sferrandogli un pugno destro sul muso.

-Questa è la tua fine, bestia infernale! Questo mondo è sotto la protezione della Figlia di Thor!

Thrud si prepara a trafiggere il cuore di Dragon Man con la propria spada, prima che Thor afferri la lama. Anche con tutta la sua forza, la dea non riesce a muovere l’arma di un solo millimetro.

-Ora basta, Thrud. Questa creatura non ha fatto nulla per meritarsi la tua furia.

-Ma padre... – inizia a lamentarsi Thrud, ma riconosce quello sguardo. Rinfodera la spada, allontanandosi sdegnata dalla battaglia interrotta.

Dragon Man ruggisce fuoco, preparandosi a riprendere lo scontro.

-Calma, cucciolo di drago. Nessuno ti farà più del male.

In risposta alla reazione diplomatica, Thor si ritrova completamente avvolto dalle fiamme.

-Vuoi gestire la cosa come se fossimo su Asgard? Per me va bene – risponde Thor, stringendo il martello. Dragon Man non vede nemmeno arrivare il colpo.

 

Pochi minuti dopo, una pattuglia di agenti SHIELD sta caricando Dragon Man su un trasporto speciale; il mostro si lascia scappare un guaito di sconforto prima di essere rinchiuso.

Thrud osserva la scena in disparte, senza fare caso a cosa si stiano dicendo Thor e l’agente SHIELD che gestisce l’operazione; si limita a tenere il broncio, appoggiata ad un albero bruciato.

-Per fortuna siamo arrivati prima che qualche mortale si facesse del male – commenta Thor.

-Avresti dovuto lasciare che lo abbattessi. Quella bestia fuggirà ancora – risponde Thrud.

-Non è così che funziona su Midgard, figlia mia. Ci sono leggi a cui anche gli dei devono sottostare.

-Se lo dici tu, padre. Quale sarà la nostra prossima destinazione?

“Che ne dici di casa mia? Se non te ne sei scordato, ho un appuntamento”

-Midgard non sembra essere in pericolo al momento. Devo riportare lady Larissa alla sua dimora.

-Sei quindi asservito alla breve esistenza di una mortale?

-La vita di Larissa Lewis ha la stessa importanza di quella di un dio, Thrud.

-Non intendevo...lascia perdere. Divertiti ad osservarla servire idromele o qualunque cosa faccia.

Thrud si allontana, senza che Thor si preoccupi di seguirla: sa benissimo che la figlia può cavasela da sola. Ma prima che possa battere il martello per scambiarsi di posto con Larissa, quest’ultima interviene:

“Thor, aspetta”

“Credevo avessi detto di avere un appuntamento”

“Può aspettare. Vuoi sapere che cosa ha in mente tua figlia oppure no?”

“Lo ha detto lei stessa, vuole trasferirsi su Midgard”

“Fidati di me per una volta. Puoi avere millenni di esperienza in battaglia, ma non sei mai stato una ragazza adolescente”

 

Empire State Building
Nonostante le meraviglie e gli orrori che ha vissuto la Grande Mela dalla sua fondazione, questo grattacielo rimane un simbolo inattaccabile della città da un secolo. A modo suo, persino Thrud ne rimane affascinata.
-Questo palazzo non sfigurerebbe per altezza con il Válaskjálf.
-Immagino - risponde Jimmy Kincaid, fingendo di capire a che cosa si riferisca. La sua esperienza famigliare e i suoi studi autodidatti in mitologia nordica non arrivano a un tale livello di profondità. -Non ti ho portata qui per questo. Le luci della città impediscono di veder bene il cielo...ma qui, sul tetto, l'inquinamento luminoso è il minimo possibile. Voglio guardare le stelle con te.
-Perché non usiamo le strumentazioni del tuo luogo di lavoro?
-Per non avere tra i piedi il dottor Selvig. E perché qui il panorama è decisamente più romantico.
I due ragazzi si accomodano per terra e si stringono la mano, un gesto che ha lo stesso significato sulla Terra o nel mondo degli déi.
-E' molto bello qui - ammette ancora la figlia di Thor.

Se solo ammettere la verità con suo padre fosse così semplice. Avrebbe potuto dirgli di essere già stata ripetutamente su Midgard negli ultimi mesi e di aver scoperto di apprezzare la compagnia del giovane mortale... ma sebbene il coraggio della battaglia non le manchi, altre imprese sono più ardue.
-Sai, ho chiesto a mia madre com'è il cielo visto da Asgard – riprende il discorso Jimmy - Lei non se ne intende più di tanto e non ha saputo rispondermi, anche se ricorda che fosse molto diverso da qui. Tu sai rispondermi?

Prima che la futura Valchiria possa impelagarsi in una disquisizione di astronomia mitologica, da quello stesso cielo che li stava incantando, piove alle loro spalle un'ombra pesante. Il tonfo crepa il pavimento al limite della sua resistenza, formando un piccolo cratere pronto a cedere da un momento all'altro.
In un battibaleno i due piccioncini si mettono in piedi e si voltano. Di fronte a loro si staglia una figura possente di oltre due metri, bardata in un'armatura che la protegge dal volto alla punta delle dita. E' uno strano incrocio tra il Distruttore di Odino e un'armatura da guerra che Thor aveva rispolverato una ventina d'anni prima... prima che Thrud tornasse dal mondo dei morti e se ne potesse ricordare.
-Chi osa disturbarci?!
-Thrud Thorsdottir, incauta sei stata a lasciare i mondi degli déi ed esporti a quelli dei mortali. Chi ti proteggerà, qui? - proferisce il misterioso terzo incomodo, con la voce distorta dal metallo del suo elmo.
-Non necessito di protezione, villano!
-Ehm, io sì, forse- si intromette Jimmy, a dir poco terrorizzato. Gli occhi carichi di affetto e sicurezza di Thrud che guardano i suoi sono capace di spazzar via la paura:
-Non lascerò che ti accada nulla di male.
L'intruso approfitta di quel momento di tenerezza per colpire. Un pugno in pieno volto, scagliato con la forza degna di un dio e rincarata dagli spuntoni dei guanti di metallo, spedisce l'asgardiana dritta contro la recinzione che costeggia il terrazzo. Il suo naso sanguina, e non è una sensazione comune per lei.
-Questo... sarà il tuo ultimo affronto, straniero!
Il suo primo pensiero, in realtà, non è la vendetta ma la protezione del suo ragazzo.
Carica con la furia di Arrotadenti e Digrignadenti, le fedeli capre di suo padre, con il solo obiettivo di allontanarlo da Kincaid.
Sguaina la sua spada d'ordinanza e fende l'aria per cozzare contro la corazza , sprigionando scintille all'altezza della spalla del gigante.
-Chi sei? Che cosa vuoi?
L'assalitore non ha alcuna intenzione di rispondere e, quand'anche ne avesse avuta, un fulmine lo coglie, con l'effetto di stordirlo. Come il tuono segue il fulmine, così Thor segue il tuono, di cui è dio, e discende sull'improvvisato campo di battaglia a cavallo dei venti.
-Padre!
-Bene ho fatto a osservarti a distanza.
-Mi spiavi?
"Una più efficace traduzione del tuo giro di parole" le dà inaspettata man forte Larissa.

La creatura corazzata si riprende dallo stordimento e punta la sua attenzione contro Thor. Quest'ultimo non si lascia cogliere alla sprovvista, sebbene l'effetto sorpresa non gli faccia calibrare bene la sua reazione. Un colpo ben assestato di Mjolnir è capace di scaraventare la brutta copia del Distruttore al di là del parapetto di protezione dell'Empire State Building, con un volo a parabola.
-Wow, mai pensato di farti ingaggiare dagli Yankees? - fa una battuta a mezza voce il ragazzo. In realtà c'è poco da scherzare, perché un volo di centodue piani di un colosso del genere potrebbe compiere un'involontaria strage al livello stradale. Thor ci pensa prima di tutti e gli vola dietro grazie al suo martello. Torna a mani vuote dopo nemmeno un minuto.
-Il vostro assalitore è scomparso nel nulla! - annuncia contrariato e deluso.
-Così come era apparso dal nulla - commenta Jimmy, ancora con un tono di voce appena udibile. Non a caso il padre della sua ragazza lo ignora bellamente e si rivolge a lei:
-Che cosa ci facevi qui con...il signorino Kincaid?
-Ah, è questa la prima domanda che ti viene in mente? Devi smetterla di impicciarti nella mia vita privata!
-Io?
-Guarda che a Svartalfheim c'è ancora la statua vivente del povero Alvìss a testimoniarlo!
-E' successo eoni fa.[ii]
"Statua vivente? Questa poi me la racconti, promette bene." dice Larissa, e se si potesse vedere la sua espressione, sarebbe tutta un programma.
-Sarà, ma...sai come si chiama! Lo conosci, dunque?
-Sempre cara mi fu la sua famiglia.
-Oh, perfetto. Perché credo di essere innamorata di lui.

Casa Kincaid-Foster
Dieci minuti dopo, l'imbarazzo nell'aria si taglia a fette.
Dopo anni di quiete, Jane Foster-Kincaid si ritrova in casa Thor. E per fortuna che è il turno di suo marito in ospedale. Keith è sempre stato fin troppo comprensivo riguardo il suo passato con Asgard e non ha intenzione di coinvolgere anche lui nell’ultima follia mitologica.

-Sono costernato per cotanto disturbo, Jane. Ti trovo in buona forma, nonostante l'invecchiamento di cui siete vittime voi mortali. Quanti anni terrestri hai raggiunto?

-Passati i cinquanta, grazie. Lo prenderò come un complimento - lo fulmina con lo sguardo la donna, pensando fra sé e sé che il Dio del Tuono dev'essere stato troppo tempo lontano dalla Terra negli ultimi anni. Si rivolge a suo figlio e gli cinge le spalle:

-Tu stai bene?
-Sì, mamma, tutto ok.
-Per questa volta è andata bene..! Pensavo ti fossero bastati i miei racconti per farti stare alla larga da... gli altri Mondi. E invece ho sortito l'effetto contrario.
-No, mamma, non è quello. E' che il fato... o le Norne, come dice una mia cara amica - dice lanciando un sorriso alla sua ragazza - mi ha fatto incontrare Thrud, la figlia di Thor, e... ci siamo innamorati. Non può essere un caso.
-Infatti non può essere un caso e il fatto che siate state attaccati corrobora l'ipotesi - interviene il biondo dio - Potrei giurare che la fattura di quell'armatura è forgiata dai nani di Nidavellir. Qualche vipera in seno ai nostri reami trama contro la nostra famiglia.
-Quindi potrebbe tornare questo tizio?
-E' scomparso nel nulla, sembra capace di teletrasportarsi. Così com'è arrivato, così potrebbe riapparire. Anche qui stesso, ora - minaccia Thor, con l'effetto di far venire la pelle d'oca a Jane Foster, all'idea che la sua famiglia possa essere di nuovo in pericolo.

-Credo sia opportuno che voi due non vi vediate più finché non ci avrete visto chiaro in questa faccenda - propone la donna.
-Io non accetto diktat da voi - ribatte Thrud -Non con la storia che avete alle spalle. La signora Foster ha persino condiviso l'esistenza con Lady Sif!
“Questo non rende Jimmy e Thrud fratello e sorella? Ewww.” pensa Larissa.

“Non in quel senso. Devi sempre pensare al peggio?” le risponde mentalmente Thor.

“Devo ricordarti che tuo fratello ha partorito un cavallo!?”

“Devi sempre citare in causa Sleipnir quando vuoi canzonarmi!?”

-Padre! Non hai nulla da dire? – lo riporta alla realtà Thrud.

-Ciò che è accaduto tra me e sua madre, in passato, o tra le vostre madri, nulla ha a che spartire con ciò che ha legato i destini miei e della signorina Lewis.
-Chi? - chiede lumi Jane, che pensava di sapere tutto ciò che c'era da sapere sul suo ex amante.
"Lunga storia, signora milf" – pensa Larissa.
"Milf?" – risponde mentalmente Thor.
"Te lo spiego un'altra volta".

-So che siete adulti e vaccinati, ma...
-Vaccinati? - ripete Thrud, perplessa.
"No, seriamente, dovreste fare un corso di aggiornamento di inglese contemporaneo."
-...ma accettate il consiglio da chi ha più esperienza di voi - prosegue Thor il discorso interrotto della dottoressa.
-Cinquant'anni terrestri? Mi canzoni, padre?

La giusta obiezione di Thrud non dà luogo a una rissa solo perché lo strambo quartetto è vittima di un'altra interruzione. Un portale si apre nel centro del salone e ne fuoriesce l'assalitore misterioso, con incedere pesante.
-Heimdall sarà molto contrariato da questi incantamenti - commenta Thor. - Al riparo, mortali!
Gli interpellati non se lo fanno ripetere due volte. Con la prontezza di chi ne ha viste di cotte e di crude, Jane Kincaid ribalta il tavolo del soggiorno su un fianco e strattona suo figlio Jimmy per portarlo al proprio fianco, al relativo riparo di quello scudo rettangolare di legno. I loro occhi e le loro fronti fanno capolino per assistere alla battaglia che devasterà il loro appartamento.
Padre e figlia attaccano all'unisono, con una sinergia attribuibile al legame di sangue e all'addestramento comune.

Prevedibilmente, l’effetto sull’appartamento dovrebbe essere quello di un ciclone che si abbatte su un castello di carte, anche se Thor si è assicurato di non prendere di mira nessun muro portante.

Invece l’avversario afferra tra le mani la potenza di vento, fulmini e tuoni... cosa che dovrebbe essere fisicamente impossibile per chiunque non sia un dio... e rimanda tutto ai mittenti.

Thor spinge la figlia fuori dalla traiettoria della devastazione, sopportando la pienezza del colpo.

 

I vicini della famiglia Kincaid sono ormai abituati alle visite più inusuali: Jane e Keith sono ormai da anni i medici di fiducia di numerosi super-eroi, e non sono rari neppure gli attacchi di super-criminali. Questa è la prima volta in cui possono vedere Thor... o almeno potrebbero se non fosse nascosto dalla densa nube di polvere e detriti.

Thor si rialza, solo per essere nuovamente riportato al pavimento quando il suo avversario gli atterra sulla schiena. La sua forza è tremenda, sufficiente non solo a scuotere l’intero vicinato ma a provocare dolore a Thor.

-Tutto qui quello che sai fare? Allora è vero quello che si sussurra ad Asgard, che la tua permanenza su Midgard ti ha reso debole come un elfo – lo canzona il guerriero.

-Stai lontano da mio padre!!! – minaccia Thrud, compiendo un salto di diversi metri per attaccare con la propria spada. La stazza del suo nemico la porta a sottovalutare i suoi riflessi: l’essere in armatura riesce ad afferrarla al volo, bloccando la spada con una mano ed usando l’altra per stringerle il collo.

-Ti credi alla mia altezza? Io sono nato per essere un guerriero!
-Peggio per te – risponde alle sue spalle la voce di Thor, appena rialzatosi; il cielo si è fatto plumbeo in meno di un secondo, per riflettere il suo umore.

-Perché io sono nato per essere il tuono!!! – proclama Thor, brandendo Mjolnir e colpendo l’avversario sull’elmo.

Le finestre di tutto l’isolato si frantumano. I cani dall’altro lato della città abbaiano. Thrud cade a terra, conservando l’udito solo grazie alla propria natura divina.

Incredibilmente, il suo assalitore è ancora in piedi...anche se per poco: le crepe sulla sua armatura sono così profonde che è sufficiente il più minimo movimento per mandarla in frantumi.

-Se tu sei il tuono, io cosa dovrei essere? – risponde l’uomo, distruggendo con le proprie mani quel poco che resta dell’elmo.

Ciò che si manifesta dinanzi ai loro occhi è qualcosa che non avevano nemmeno osato concepire.
-Non è possibile..! - esclama Thrud.
-Tu..? - si lascia sfuggire Thor.
"Oh, qui è meglio di Beautiful", commenta Larissa.
-Ma chi è? - domanda candidamente Jimmy a sua madre:
-Sarà un nuovo look di Loki – alza le spalle Jane Foster, che ne ha viste troppe per essere ancora sorpresa dalle stranezze degli asgardiani.
Sotto la maschera si è rivelato il volto virile di un giovane guerriero dai capelli lunghi, di un colore rosso scuro. E dal cipiglio carico.
-Móði! Che cosa ti è successo?
-Mi sono risvegliato, finalmente, dopo migliaia di anni! Mi sono cullato per eoni nella profezia che mi vedeva sopravvivere al Ragnarok. E ne ho pagato le conseguenze: Uller è stato designato tuo successore al trono degli Asi, sebbene non sia certo che sia figlio tuo! Magni diventerà il futuro dio del Tuono quando non ci sarai più, padre...[iii] e io? Ti sei forse dimenticato di me? Colui a cui le cronache dei mortali non si degnano nemmeno di assegnare una madre?
-Módi, stai tenendo fede al tuo nome e in questa maniera mi rimembri quand'eri ribelle, in fasce - prova a blandirlo Thor, facendo leva sul fatto che «Móði» significhi «arrabbiato». -Eppure, non posso credere che tutto questo rancore sia il frutto spontaneo di ciò che è stato seminato nei secoli!

-Perché no? Persino la femmina ha un posto riservato nel Gladsheim e, ora, combatte al tuo fianco come paladina di Midgard!
-Per i motivi sbagliati - manda un'inopportuna frecciata il Vendicatore.
-Femmina, con quel tono, lo dici a tua madre!

Carica di rabbia, Thrud si scaglia contro il fratello. Non usa nemmeno la spada, colpendolo con un pugno sul mento; l’effetto non è spettacolare quanto il martello del padre, ma senza la protezione dell’armatura mistica Módi ha trovato pane per i suoi denti.

“Non hai intenzione di fermarli?” – chiede Larissa, osservando i due giovani darsele di santa ragione. Thor si limita ad alzare le spalle.

“Non ci penso nemmeno. Hai mai avuto a che fare con una dea infuriata? Inoltre, conosco mio figlio più di quanto lui creda: c’è qualche maligna magia all’opera”
Si apre un nuovo portale e, stavolta con eleganza, ne emerge una donna bellissima e dalle fattezze familiari per tutti tranne che per Jimmy Kincaid. Módi abbandona immediatamente la battaglia, ed anche Thrud è abbastanza distratta da fermarsi.

-Chi è la gnocca?
-Jimmy! - lo redarguisce sua madre, con il solo cenno del nome -E'... Lorelei. Dea sordida e ingannatrice!
- Hnoss! Ci sei tu dietro tutto questo?! - sbraita Thrud, adirato come suo fratello.
-Solo i miei genitori si ostinano a chiamarmi così.[iv]
-Quindi hai fatto tu in modo che scoccasse l'amore tra mia figlia e il figlio di Jane Foster? - interviene Thor.

“Con tutto quello che è successo è ancora in cima alle tue priorità!?” - si meraviglia Larissa.

-No!-rispondono all'unisono i due ragazzi chiamati in causa.
-Non te ne saresti accorta, figlia mia - dice condiscendente il padre alla figlia, con il più basso tono che la sua voce roboante possa emettere.
-Vorrei prendermi il merito di qualcosa che possa averti turbato, ma, purtroppo no, non c'entro nulla con questa tresca infantile - riprende a parlare Lorelei -Presto Thrud capirà che i mortali, nel migliore dei casi, valgon bene solo per una notte di sesso. Tuo figlio, invece, è degno del tuo retaggio, Thor... - allude la déa, riuscendo a far arrossire tutti i presenti nello stesso istante. -Mio schiavo, attacca!
Basta un semplice incantesimo per riforgiare l’armatura: tutti gli sforzi di Thor sono stati inutili. Ora che sono due contro due, Módi può sfogare tutta la rabbia repressa contro suo padre...

-Non voglio farti del male, figlio. Ma lo farò per salvare degli---

-No – lo interrompe Thrud, recuperando la spada dal terreno – Mi occuperò io di mio fratello.

Se Thor avesse mai dubitato del valore della figlia, questo momento avrebbe disperso ogni incertezza. Stringe con forza il martello, ed il suo sguardo si rivolge a Lorelei.

 

La strega asgardiana è colta di sorpresa: non si aspettava certo che Thor lasciasse che fosse una donna a combattere al posto suo!

-Módi! La tua signora è in pericolo! – grida con falsa innocenza.

-Invero – concorda Thor, scagliando il martello. Normalmente non attaccherebbe direttamente una donna... può aver vissuto per quarant’anni su Midgard ma eoni di educazione sono difficili da accantonare... tuttavia sa quanto possa essere pericolosa quella donna.

Lorelei ride mentre il martello passa attraverso la sua immagine, allontanandosi nel cielo.

-Loki aveva ragione, non impari proprio mai – commenta la vera Lorelei, rivelando la propria posizione alle spalle di Thor proprio mentre lo accoltella.

-Padre! – esclama Thrud, distratta in un momento cruciale: Módi ne approfitta per colpirla con un pugno così forte da scaraventarla all’interno dell’appartamento, dopo aver sfasciato un muro.

Thor cerca di rialzarsi, ma non riesce nemmeno a rimettersi in ginocchio prima di crollare.

“Tutto bene? Ti ho visto prendere batoste molto più serie di così” commenta Larissa.

-Il pugnale... quale veleno immondo hai usato su di me, Lorelei?

-Sarà Hela stessa a rivelartelo, figlio di Odino, dopo la tua morte.

-Nessun veleno può fermare Thor a lungo – si vanta il dio, iniziando lentamente a risollevarsi.

-Vero, ma non mi serve molto: solo sessanta secondi – sorride malignamente Lorelei.

Avendo compreso il piano dell’ingannatrice, Thor allunga la mano preparandosi ad afferrare Mjolnir, di ritorno dalla sua missione. Ma suo figlio è più veloce, e si posiziona sulla traiettoria del martello per esserne colpito in pieno.

-Módi!!! – urla Thor, preoccupato per la sua salute.

“Presto! Ancora pochi secondi e ci scambieremo-“ pensa Larissa, solo una voce nella mente di Thor... prima che quest’ultimo svanisca in un abbagliante lampo di luce.

-di posto – termina la frase Larissa Lewis, a cui fa eco la risata di Lorelei.

Scomparso il suo padrone, Mjolnir ha perso istantaneamente la propria velocità ed è precipitato al suolo a poco più di un metro di distanza. Larissa si avvicina per poter stringere l’arma e scambiarsi nuovamente di posto con Thor, ma Lorelei l’afferra subito per un braccio.

-E così tu saresti la sgualdrina dalla pelle scura per cui Thor ha abbandonato le braccia di Sif?

-Senti chi parla! – risponde Larissa, voltandosi di scatto per dare un pugno sul naso a Lorelei.

Nonostante l’asgardiana abbia un fisico da supermodella, è come colpire un muro: Larissa è fortunata a non essersi rotta un osso. Lorelei non ha neanche battuto un ciglio, e solleva Larissa da terra con una mano sola come se non pesasse niente.

“Non osare farle del male!!!” protesta inutilmente la voce di Thor, rimasta inascoltata.

Di fronte a ciò che rimane dell’appartamento, ancora frastornata dai colpi di Módi, Thrud osserva la battaglia. La ragazza è consapevole delle condizioni che legano suo padre e Larissa Lewis: se la donna muore, suo padre verrà accolto dall'abbraccio di Hela. E' imperativo che il magico martello ritorni nelle sue mani. Eppure, in tanti secoli, lei non ha mai neanche provato a sfiorarlo, per il timore del responso che avrebbe avuto.
Il responso che sta avendo oggi.
Non riesce a sollevarlo. Non riesce a smuoverlo di un millimetro.

Non è degna di Mjolnir. Non è degna di essere la figlia di Thor.

 

-Patetico, non trovi? – commenta Lorelei, lasciando cadere Larissa a terra. Ad un gesto dell’asgardiana, dei rami viventi fuoriescono dal terreno ed intrappolano la mortale.

-Dove hai imparato questa magia? Questo genere di trucchi sembra più lo stile dell’Incantatrice.

-Mia sorella non è l’unica maga di Asgard, mortale.

-No, ma è molto più rispettata di te, non è vero? Lei è persino entrata nei Signori del Male. Per gli asgardiani tu sei solo... cosa, una sgualdrina di second’ordine?

-Come osi parlare così ad una figlia di Odino! Hai un desiderio di morte, donna?

-No, si chiama “distrarre il nemico”. Ora, dottoressa!

Lorelei si volta di scatto, senza credere ai propri occhi: Jane Foster-Kincaid stringe tra le mani un’arma troppo avanzata per Midgard, ed ha appena fatto fuoco. Non c’è il tempo di lanciare nessun incantesimo: una rete di energia la avvolge, rilasciando abbastanza elettricità da paralizzare un gigante delle montagne.

-Qualcuno si è dimenticato che oltre all’ex ragazza di Thor sono anche il medico personale di Tony Stark. Sono sopravvissuta a trent’anni di rapimenti, Lorelei, credevi fossi impreparata?

“Questa è la Jane Foster che ricordo!!!” esulta la voce di Thor.

“Guarda che non ho alcuna intenzione di baciarla al posto tuo” ribatte Larissa.

-Pagherai per questo affronto – minaccia Lorelei, che nonostante il dolore causato dalla rete elettrica riesce a lanciare un incantesimo verso la gabbia di rami...che inizia a restringersi.

-Okay, questo non mi piace. Qualcuno ha un paio di cesoie magiche?

-Ci penso io – risponde Thrud, colpendo i rami con la propria spada...ma ottenendo in cambio solo delle scintille. Tenta di aprire la gabbia con i muscoli, ma nonostante sia abbastanza forte da sollevare un transatlantico non riesce ad intaccare minimamente questo virgulto di origine soprannaturale.

Intanto Lorelei riesce a liberarsi con relativa facilità della rete elettrica.

-Ha! Credi davvero di poter uscire così facilmente da una delle mie---

La dea non finisce la frase, colpita allo stomaco da un pugno di Thrud. Un secondo colpo alla mascella la mette definitivamente KO. Sarebbe il momento adatto per cantare vittoria, ma Larissa attira l’attenzione dei presenti:

-Uhm, gente? Qualcosa ancora non quadra... la gabbia continua a restringersi!

-Chiamo i Vendicatori – si offre Jane, recuperando il proprio cellulare.

-Non c’è tempo. Solo Mjolnir può salvarla – realizza Thrud, cercando nuovamente di sollevare il martello; subito dopo, un paio di mani si uniscono alle sue.

-Aspetta, fatti aiutare! – si offre Jimmy, che si inginocchia e impugna a due mani il martello in un perfetto incastro alternato con le mani di Thrud.
-Ma non...- prova a farlo ragionare lei. S'interrompe perché lo sforzo del ragazzo viene premiato contro ogni pronostico: l'arma si è spostata, seppur di pochissimo. -Ma...è impossibile!

-Qualcuno si decide a fare qualcosa!? – protesta Larissa, il cui corpo è vicinissimo all’essere *stritolato dai rami.

Urlando per lo sforzo supremo, Thrud e Jimmy riescono finalmente a spostare Mjolnir. Non è molto: non sarebbero mai riusciti a utilizzarlo in battaglia, ma è più che sufficiente ad avvicinarlo quanto basta alla prigione mistica.

Jimmy deve distogliere lo sguardo per non essere abbagliato, mentre Thrud può sorridere di gioia alla vista del padre apparire in un lampo di luce.

-Ce ne avete messo di tempo – si lamenta Thor, flettendo i muscoli: basta così poco per ridurre a brandelli una prigione che nessun altro è riuscito ad infrangere.

 

Il momento è solenne: nessuno si decide a dire una sola parola, ora che lo scontro è finito. Fino a quando Thor stringe a sé la figlia ed il giovane Kincaid, sorridendo di buon gusto.

-Invero, giovane Jimmy...

-Per favore non mi chiami così – si lamenta debolmente il ragazzo.

-...il Dio del Tuono è fiero del compagno che ha rubato il cuore di sua figlia!

-Lo è? Voglio dire, lo sei? – si meraviglia Thrud.

-Soltanto assieme avete potuto sollevare Mjolnir. Ciò dimostra che nei vostri corpi dimora un’anima sola, e che l’amore che condividete vi ha reso degni della gloria di Asgard!

“E’ la cosa più melensa che abbia mai sentito in vita mia”
-Invero, io vi ho deluso una volta di troppo, padre - s'inserisce nel discorso il figlio di Thor, a capo chino. Quando Lorelei ha perso i sensi, il giogo sulla sua anima si è sciolto come neve al sole.
-No, mio caro Módi - lo abbraccia suo padre - La tua unica colpa è stata quella di nascere maschio: tutti siamo stati vittima, prima o poi, dell'Incantatrice o di sua sorella.
-Ha scelto me come schiavo perché Uller o Magni non gliel'avrebbero permesso - insiste il ragazzo vecchio di millenni.
"E' la cosa più auto-commiserante che abbia mai sentito in vita mia"
"Taci, Larissa Lewis: non oltraggiare oltre il figlio di Thor, dio del tuono".
-Forse ha trovato terreno fertile, è vero, e la responsabilità è mia. Le tue accuse sono vere. Vuoi unirti con me in una spedizione? Devo andare a consegnare Lorelei alle regie carceri e poi a Nidavellir a impartire una lezione a certi nani - dice, picchiettando sulla sua armatura, per poi rivolgersi a sua figlia: -Tu suppongo abbia voglia di trattenerti con Jimmy figlio di Keith.

-Hey! Anche io ho fatto la mia parte nel metterlo al mondo – protesta Jane.

-Invero, da ciò che ho visto oggi dovrebbe essere chiamato Figlio di Jane – annuisce Thrud, facendo un cenno di rispetto con il capo verso la donna.

-Janet, è d'uopo che i danni subiti dalla vostra dimora saranno rifondati da oro di Asgard - assicura Thor, stringendo due mani della donna con una delle proprie.
-Va bene. Ora portate via quella strega dalla mia... dimora - sorride il medico, alzandosi in punta di piedi per dare un innocente bacio sulla guancia al dio.

-E tu cerca di tenere questa montagna di muscoli fuori dai guai, Larissa.

“Niente promesse, doc, niente promesse...”

 

Appartamento di Larissa Lewis

Un giorno nuovo.
Un copione prevedibile.
-Ti ospito all'insaputa del mio padrone di casa, e adesso prendi in prestito i miei vestiti senza chiedere il permesso? - si inalbera l'alter ego di Thor, vedendo la sua coinquilina provare a fatica una camicia trovata nel suo armadio.
-Sono mortificata, Larissa. L'urgenza di un appuntamento mi ha fatto dimenticare le buone maniere.
-Tu lo sai che tuo padre ci ascolta, vero?
"Ridondante avvertimento: sai che il loro fidanzamento ha la mia approvazione"
"Approvi anche che vada in giro conciata così?"
-E' bene che tu sappia che quella camicia ti va un po'... aderente, e quella gonna, che a me arriva alle ginocchia, è un po' troppo... audace per una donna della tua statura.
-Dici?
Un suono ripetuto risuona nell'aria.
-Oh, no...
-Che cos'è questo rumore?
-La communicard dei Vendicatori. Tuo padre dev'essere richiesto in qualche crisi galattica - alza gli occhi al cielo Larissa - E addio al mio, di appuntamento galante. Ho un karma che fa schifo.

“Ci sono dei della fortuna a cui potrei...” si offre Thor.

-No, grazie, conosco già troppe... aspetta. Thor, hai appena fatto una battuta!?

“Invero”

-Siamo proprio vicini a Ragnarok, allora.
La scrittrice batte il pugno e lascia il posto al figlio di Odino.
-Buona missione, padre.
-Buon appuntamento, figlia!
Il gatto Cheshire osserva la trasformazione. Salta sul davanzale della finestra per osservare Thor allontanarsi. Aspetta che l'intrusa finisca di prepararsi ed esca, e gli sembra che ci metta un'eternità - il che ha dell'ironico, per qualcuno della sua razza.
Finalmente solo, in pochi secondi anche il felino subisce una trasformazione, lasciando il posto ad un giovane dai capelli neri e penetranti occhi verdi. E rigirandosi tra le mani un pugnale identico a quello usato da Lorelei.

-Tutto procede come previsto – commenta Loki.

 

FINE ?

 

 

 

 



[i] Che potrebbe essere, come non essere, uno scontro con l'HYDRA nell'antico Capitan America #7.

[ii] Da Wikipedia: «La figlia di ThorÞrúðr, fu promessa sposa ad Alvíss. Thor non voleva però che questi sposasse la figlia, quindi elaborò un piano per impedirgli di farlo. Disse ad Alvíss che, a causa della sua altezza limitata, avrebbe dovuto provare la sua saggezza. Alvíss accettò, e Thor lo sottomise a delle prove fino al sorgere del sole. Alviss, essendo un nano, rimase pietrificato quando fu esposto alla luce solare, e Þrúðr poté rimanere nubile.»

[iii] Come paventato nel lontano Thor #15.

[iv] Abbiamo rivelato che Lorelei è l'antica dea Hnoss, figlia di Odr e Freya, in Thor #6.